Piccola città teatro
I FIORI DI MORO
di Giovanni Chianelli e Giovanni Conforti
con Ettore Nigro
musiche Francesco Capriello (eseguite dal vivo)
scene Giancarlo Minniti
aiuto regia Giovanni Sbarra
regia Mario Autore
A parlare è Antonio Spiriticchio, il fioraio di stanza a via Fani che il giorno del sequestro di Aldo Moro non si trovò sul luogo di lavoro perché i terroristi la notte precedente avevano provveduto a forare le ruote del suo furgoncino, da cui ogni giorno vendeva i fiori, per impedirgli di essere presente nel luogo del rapimento, sbarazzandosi così di uno scomodo testimone. Spiriticchio è, quindi, il simbolo di chi doveva esserci, e non c’è stato, ad osservare da vicino uno degli episodi cruciali e più controversi della recente storia d’Italia; come ogni abitante, come tutto il paese. E così quel dover esserci e non esserci stato diventa la metafora di una verità sepolta, di una realtà che sfuggì e sfugge ancora a chi aveva il diritto di sapere.