Ria Rosa a Villa di Donato con con Antonella Romano e Rosario Sparno rielaborazioni musicali di Giosi Cincotti

NAPOLIVilla di Donato, giovedì 17 ottobre 2024, ore 20.30, Ria Rosa è un viaggio che è una rivoluzione in musica, che parte da Napoli e arriva a New York attraverso i versi delle canzoni osate, cantate, suonate, provate, respinte.

Ria Rosa è arte contemporanea, istallazione che si colloca nella memoria, arte sfrontata che non teme il rifiuto.
Ria Rosa è varietà brillante, intelligente e dissacrante, dove si prende in giro un tipo di mentalità maschilista che ancora oggi si fatica a contrastare.
Ria Rosa, sciantosa del Cafè Chantant, nasce a Napoli con il nome di Maria Rosaria Liberti, il 2 settembre 1899.
Debutta nel 1915, a 16 anni, ed è subito contesa da impresari ed editori musicali per le sue capacità recitative e la voce scura e teatrale.
Nel 1922 parte in tournée per New York.
Prima artista italiana a vestirsi da uomo per la sua interpretazione di Guapparia.
Fonda una propria compagnia, allestisce sceneggiate su problemi sociali come quello delle ragazze madri. Dal 1933 è ufficialmente emigrata in America, dove non teme di prendere posizione in difesa degli anarchici Sacco e Vanzetti.
Antifascista e femminista ante litteram, Ria ‘la nonna delle femministe’, contribuisce a gettare le basi per un’idea di donna più moderna ed emancipata. Uguaglianza, giustizia e libertà sono concetti che trovano ampio spazio nei versi da lei cantati; libertà di fumare, di ballare, di vestirsi e truccarsi contravvenendo al moralismo del tempo che vede la donna relegata nel ruolo di madre e moglie devota. Tante sono le sciantose napoletane negli anni del varietà e del cafè chantant, tante diventano famose in America, ma poche di queste con i loro spettacoli gettano le basi per un’idea di donna più moderna.
Lo spettacolo inizia con un brano del 1895 A risa, rielaborazione di un brano originale afro-americano, che segna l’era del disco a Napoli ed anche rappresenta il primo esempio di contaminazione tra i repertori della musica napoletana e americana; lo stesso periodo che, indubbiamente, è fondamentale per l’avanzata nella coscienza collettiva della ridefinizione e della portata della presenza femminile nella società.
Ria Rosa ci accompagnerà in questo viaggio che terminerà negli anni ’40. quando si trasferisce a New York e idealmente la musica napoletana ha compiuto un definitivo passo verso l’integrazione.
Ria Rosa racconta questo straordinario periodo storico di grandi cambiamenti collocandolo in una cornice contemporanea, per osservarlo con occhi nuovi, per sentirlo vicino, molto più di quello che immaginiamo.
L’ironica e coraggiosa Ria Rosa abbandona le scene nel 1937, quando decide di lasciare per sempre l’Italia fascista.
Dopo lo spettacolo la cucina di casa dialoga con i “piatti futuristi” in onore di una citazione al futurismo, a testimoniare la contaminazione della musica popolare con la cultura dell’epoca:
Riso ‘finta caprese’
Il ‘finto pesce’
Carni in ‘Bellavista’
‘Come una nuvola’
Pianoforte, Giosi Cincotti
Installazioni, Antonella Romano
Costumi, Alessandra Gaudioso
Regia, Rosario Sparno
L’ innamorata pallida e fina,
È una pupata nella vetrina,
Fuma ‘e Cisbeck,
corre, fa l’artista,
gioca ‘o pallone,
vola in aereoplano,
è una meta futurista
Ca’ po’ fa’ chell ca’ fa.”
RiaRosa