Villa di Donato: nuova stagione #UNICI #INcontrarsiINvilla

VdD x IG light

NAPOLIIn una serata, riservata ai Magnifici/ Munifici 77, ai Sostenitori, ai partners di Villa di Donato, si è aperta la stagione 2024/2025 di Villa di Donato, mercoledì 18 settembre, con un incontro che ha avuto per protagonista Maurizio de Giovanni, moderato da Peppe Iannicelli, con una parte conviviale che ha visto per protagonisti: l’Antica friggitoria Masardona per le pizze fritte, Alessio Malinconico della Salumeria Malinconico, per i panini ‘alla napoletana’, il Birrificio Kbirr (Birra KBirr) annoverata tra le 100 eccellenze italiane 2024 dalla rivista Forbes, tutte aziende che vantano primati in Italia e a livello internazionale; queste ed altre sono istituzioni che sovente affiancano Villa di Donato negli eventi più importanti.

 
Il pretesto è stato presentare Robin Food, di Maurizio de Giovanni, ed interrogarlo sulla storia di una Napoli culinaria, fatta di tradizioni e profumi, saperi e creatività, racconti e ricordi.
 
La Villa ha dunque aperto le danze su una stagione che contemplerà momenti riservati ai sostenitori, altri aperti al pubblico (#UNICI #INcontrarsiINvilla), e date in cui la dimora potrà essere disponibile, su richiesta, di istituzioni pubbliche e da privati, per eventi fuori calendario.
 
Iniziare è sempre una grandissima emozioneafferma Patrizia de Mennato, padrona di casa e direttore artistico della rassegna UNICI, INcontrarsiINvilla
Less is More -da un aforisma di Ludwig Mies van der Rohe- è da oggi l’idea portante di Villa di Donato: è la volontà di ridurre all’essenza lo spirito di questa e delle future stagioni.
Non più di due eventi al mese, per scegliere con cura ogni singolo appuntamento, ragionando intorno a due principi: la qualità, spesso legata all’anticipazione di spettacoli mai rappresentati a Napoli, ed al genius loci della Villa, che evoca in ogni suo spazio la sua storia di accoglienza.

Christian Poggioni
Less is More è dunque lavorare per sottrazione, per riduzione degli elementi superflui, per concentrarci sulle cose che veramente contano per noi. Less is More non è solo un motto, ma è tout court il nuovo progetto della Villa, che ha voluto concentrare nella sintesi e nella maggiore chiarezza comunicativa il suo messaggio.
Per questo abbiamo scelto di puntare su di un programma trimestrale che segua le stagioni e che ci accompagni lungo il corso dell’anno.
Cercheremo di contrastare l’eccesso di informazioni, nelle quali siamo immersi, da cui siamo sopraffatti nella quotidianità, ad una riduzione all’essenziale, all’eleganza ed anche all’esclusività dei nostri incontri. In questa filosofia sono coinvolti, i nostri magici sostenitori. I nostri Magnifici77 ed i loro amici. Buona Stagione 24/25 insieme a noi!”
 
Come in ogni stagione tante le novità, dal #santeframojazzclub, una nuova formula per rendere appunto unici gli incontri all’insegna del jazz, della sua storia, delle contaminazioni e delle evoluzioni (mercoledì 13 novembre, mercoledì 11 dicembre, venerdì 27 dicembre). Prima che si apra questa terna di appuntamenti, sabato 5 ottobre, Christian Poggioni è la voce di Lu santo jullare Francesco di Dario Fo ed ancora giovedì 17 ottobre Antonella Romano e Rosario Sparno portano in scena Ria Rosa, con rielaborazioni musicali di Giosi Cincotti.
Maurizio de Giovanni a Villa di Donato

 

A dicembre, da domenica 1 venerdì 8, ad anticipare l’Avvento e la stagione del Natale a Napoli, Villa di Donato ospiterà la mostra dedicata ai Pastori della collezione di Donato, poi affidata ad Antonio de Mennato, di cui ricorrono più di 100 anni dalla nascita. La mostra avrà innumerevoli attività satelliti, da visite guidate e conferenze, da aperture straordinarie a momenti musicali, di cui verrà data notizia più avanti.
 
Alcuni appuntamenti nel dettaglio
 
Sabato 5 ottobre 2024, ore 20.30
 
Lo santo jullare Francesco
di Dario Fo
interpretato da Christian Poggioni
discussant Jaele Fo
 
All’indomani del conferimento del Premio Nobel per la letteratura, Dario Fo scrive un nuovo testo in stile ‘giullaresco, dedicato a San Francesco, la cui figura è universalmente riconosciuta, non solo dai Cristiani, come portatrice di pace, dialogo tra culture e religioni, armonia tra uomo e ambiente.
Lo spettacolo unisce le fonti storiche sulla vita del santo a tradizioni popolari, leggende e fioretti apocrifi, regalandoci un ritratto giocondo, lieve e profondamente spirituale del Poverello d’Assisi, colui che si autodefiniva ‘giullare di Dio’.
Christian Poggioni, già interprete di uno spettacolo di successo tratto da Mistero Buffo, ha avuto l’onore di ricevere l’autorizzazione a rappresentare questo spettacolo direttamente dagli eredi di Dario Fo, attraverso la Fondazione Dario Fo e Franca Rame.
COPERTINA LINO VOLPE

 

Brevi cenni biografici di Christian Poggioni
Nato a San Paolo del Brasile nel 1972, viene ammesso da Giorgio Strehler alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Si diploma in recitazione con Giorgio Strehler alla prestigiosa Scuola del Piccolo Teatro di Milano, si laurea con 110 e lode presso l’Università Statale di Milano, e frequenta con il massimo dei voti un master in regia presso la School of Cinematic Arts – University of Southern California di Los Angeles. Ha recitato in spettacoli diretti da registi di fama internazionale quali Giorgio Strehler, Peter Stein, Massimo Castri, Antonio Calenda, prendendo parte a tournées nazionali ed europee. È stato assistente alla regia presso la Kaye Playhouse di New York. Ha recitato in produzioni televisive, cinematografiche e radiofoniche per Mediaset, RAI e Radio Svizzera Italiana. Ha diretto e interpretato gli spettacoli Tradimenti, Nostos, Alla ricerca del tempo perduto, Alla corte di un giullare, Apologia di Socrate, La notte degli ulivi, Il vangelo secondo Pilato, Shakespeare’s Memories, La bottega del caffè, Canto di Natale.
È maestro di recitazione presso la Scuola di Alta Formazione dell’Università Cattolica di Milano diretta dalla prof.ssa Elisabetta Matelli.

Antonella Romano
 
Dopo lo spettacolo la cucina di casa dialoga con la tradizione contadina delle Terre di Francesco; il menù di Francesco richiama infatti le radici profonde nella storia contadina dell’Umbria.
Si inizia con l’Imbrecciata’, un piatto povero preparato dai contadini che utilizzavano legumi e cereali conservati nelle loro fattorie.
Il termine ‘imbrecciata’ deriva dalla parola ‘breccia, alla ghiaia, alla quale assomigliano nel loro insieme cereali e legumi che ricordano piccoli ciottoli.
Si prosegue poi con una polentina condita con funghi, salsicce e pecorino, leccornie dei boschi e delle campagne umbre, per terminare con i Mustaccioli di San Francesco accompagnati da Vin Santo.