Villa di Donato: ultimo appuntamento estivo #UNICI #INcontrarsiINvilla con David Romano e Mario Montore

NAPOLI – Ultimo appuntamento a Villa di Donato, una sorpresa scaturita poche settimane fa, sempre all’interno della rassegna UNICI, INcontrarsINvilla, dedicata alla musica classica, un fuori programma, Un re minore, con David Romano al violino e Mario Montore al pianoforte, giovedì 11 luglio, sempre alle 20.30: una touche delicata, di fine estate, per sognare e trasognare, nell’ora del tramonto, ed immergersi in dimensioni altre, nell’oasi della Villa, tra i giardini, il patio e la limonaia, inebriati dalla penna di Johann Sebastian Bach, Ezio Bosso, Robert Schumann, in una zona di Napoli, dove la frescura e la benevolenza della natura seppero conquistare ministri e re, nobili e amanti della caccia, aristocratici ed intellettuali, che nel Borgo di Sant’Eframo seppero trovare il loro luogo dell’anima, il ‘buen retiro’ d’estate soprattutto.

UNICI, INcontrarsINvilla perché UNICA è l’atmosfera, che caratterizza la Villa, in cui l’incontro è vissuto come esperienza, come istante sempre diverso, imprevedibile. il momento, dunque, che abbina l’esecuzione e la catarsi performativa con la convivialità, curata in ogni dettaglio, come in una casa di famiglia.
Il concerto dell’11 luglio in Villa di Donato ha un valore speciale per me. Posso chiamarlo il mio ‘sogno di mezzestate’”. Afferma Patrizia de Mennato, padrona di casa e direttore artistico della rassegna UNICI, INcontrarsINvilla:Vi racconto perché: il cuore del programma è Following a Bird di Ezio Bosso. Following a Bird è stato eseguito a Napoli da Ezio e da David Romano in occasione della mostra Picasso. Arlecchino con specchio (Arlequin au miroir) a Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli,nell’estate del 2016, in una disposizione inusuale: pianoforte e violino dialogavano uno di fronte all’altro, pianoforte e violino si parlavano! Non trovo parole per raccontarvi l’emozione provata. Ho chiesto spesso a David di suonare questo splendido concerto, poche settimane fa il sogno si è avverato e ho potuto annunciarvelo…
Un re minore
 
David Romano, violino
Mario Montore, pianoforte
 
giovedì 11 luglio ore 20.30
“In modo minore … attraversare la vita è un modo come un altro per dire vivere. Però, perché è evidente che c’è un però, la possibilità che abbiamo di essere consci della strada che facciamo, passo dopo passo, anno dopo anno, nel ‘cammin di nostra vita’ è cosa ardua e complessa. La consapevolezza di quanto ‘oggi’ si possa forzare il ‘domani’ è qualcosa che si apre davanti ai nostri occhi solo con la maturità: quando infatti si è all’inizio di questo cammino si è in tensione verso mete tutte futuribili, mentre quando si avvicina il calar del sole è il passato ad allungare le sue ombre sui nostri pensieri. Suonare uno strumento è un modo per raccontare capolavori, che la storia ha sancito come eterni ma può essere anche un modo per tratteggiare le strade percorse da chi li ha scritti, forse anche cercare un filo rosso che unisca nel tempo sentimenti e modi, appunto.
Bach scrive la sua celeberrima Ciaccona a coronamento della sua seconda partita per violino solo, al centro della sua unica raccolta di composizioni per violino solo, un monstrum che obbliga l’esecutore ad una perfetta compenetrazione di limiti e di libertà, declinati con la necessaria fantasia inventiva per tramutare quegli obblighi e quei limiti in elementi di equilibrio, di armonia.
Bach usa il re minore – impianto tonale che in futuro sarà poi quello di un famosissimo Requiem – lasciando l’esecutore e l’ascoltatore in balia di una sequenza di 32 variazioni di un piccolo tema, di sole 8 battute, che trovano pace solo alla fine, dopo aver attraversato mille peripezie, quando finalmente ‘ritrova se stesso’. Non è difficile quindi provare a tessere un filo, raccontare una storia, quelle del nostro tema di 8 battute che affronta – e noi con lui – le più canoniche avversità della vita, le variazioni che il tempo ci impone.
Alcune di queste ‘variazioni’ hanno però un impatto inatteso sulla vita degli esseri umani, e non parlo dell’incedere naturale del tempo, con le sue piccole grandi trasformazioni. A volte c’è qualcosa di imponderabile che si abbatte su di noi e ci costringe a cercare forme e modi per reagire.
Ezio Bosso scrive Following a bird quando non sapeva se sarebbe stato in grado ancora di comporre, quando la sua malattia gli aveva imposto di re-imparare tutto. È il primo brano della sua nuova vita e racconta semplicemente come il suo sguardo fosse all’epoca l’unica cosa che poteva viaggiare oltre il suo corpo, oltre il suo pensiero, dietro ad un uccellino colto in volo al di là di una finestra e rincorrendolo in un cielo arancione, riuscendo così a lasciare dietro di sé tutto quello che poi lo accompagnerà per il resto della sua – purtroppo – breve vita, diventando per un attimo parte di quello spettacolo, non più spettatore; anche Following è in re minore.
E la malattia, non dichiarata ma latente, è sottesa alla composizione della Seconda Sonata di Robert Schumann. In realtà tutte le composizioni legate al violino sono relegate agli ultimi due anni di vita del compositore, che morrà tre anni dopo aver scritto la Grosse Sonate, in re minore anch’essa. In una lettera Schumann afferma di non essere soddisfatto della sua prima sonata, tanto da scrivere la seconda in soli sette giorni e a distanza di un paio di settimane dalla chiusura della prima, ma quale che sia il motivo ispiratore la Sonata in re minore si pone obiettivi più ambiziosi, e presenta un orizzonte espressivo ancor più ampio e variato dell’altra, passando attraverso stati d’animo diversissimi, indagati a loro volta in ogni sfumatura, da quella intensa e drammatica dell’ampio primo movimento, alla poesia ancora una volta altissima del terzo, semplice ed enigmatico al tempo stesso. E anche qui, pur nella grandiosità delle proporzioni interne ed esterne della Sonata, pur nel rispettoso scrupolo delle istanze architettoniche della composizione strumentale classica, la sua reale unitarietà e nella incredibile diversificazione delle emozioni, specchio delle infinite differenziazioni e contraddizioni della personalità umana, tappe anche queste del ‘nostro’ viaggio.”
David Romano