“In altro mare”: rassegna al Museo Darwin Dohrn”

foto: Pino Miraglia

RECENSIONE – In altro mare – incontri con le creature degli abissi è il nome della nuova rassegna 2024 strutturatasi su tre giornate – giovedì 30 maggio, sabato 1 giugno e domenica 2 giugno – progettata e diretta da Rosalba Di Girolamo per Baba Yaga Teatro in collaborazione con la Stazione Zoologica Darwin Dohrn e Fondazione Dohrn, promossa e finanziata dal Comune di Napoli in occasione di Maggio dei Monumenti 2024 – le acque di Napoli.

– Le acque di Napoli incontrano le creature degli abissi –
La rassegna In altro mare – incontri con le creature degli abissi è stata suddivisa in tre giornate diverse con tre studi che hanno coniugato prosa e musica per narrare brani tratti dalla letteratura marinaresca. In scena: Moby Dick l’incantatrice – primo studio. Monologo per sette voci intorno alla balena bianca, dal romanzo di Herman Melville, riadattato liberamente da Rosalba Di Girolamo e con la voce narrante della stessa accompagnata dalla fisarmonica di Rocco Zaccagnino e dalla musica elettronica di Marco Messina; Ventimila leghe sotto i mari, dall’omonimo romanzo di Jules Verne, con la voce di Imma Villa e la musica di Paolo Coletta; Lighea: la sirena. Favola d’amore per voce e musica, dal romanzo Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con la voce di Paolo Cresta e l’accompagnamento musicale di Carlo Lomanto.

Dichiara Rosalba Di Girolamo, direttrice artistica del progetto In altro mare: «Quando ho saputo che il tema del Maggio di quest’anno era l’acqua non ho avuto dubbi sul voler raccontare il mare. Sono sempre stata profondamente affascinata dalla letteratura di mare. La letteratura di mare, da Omero passando per Melville, Conrad, Stevenson, London, Verne, fino ad arrivare ai nostri D’Arrigo, La Capria, Tomasi di Lampedusa, racconta il viaggio per mare come allegoria del viaggio di vita. E la creatura “mostruosa” in cui sempre ci si imbatte –la balena, la sirena, finanche un insospettabile sottomarino-è emblema di quell’ostacolo apparentemente insormontabile che invece può aprirci la vita al cambiamento e alla bellezza. Questi Maestri del pensiero e della penna hanno focalizzato un punto di osservazione della realtà centrale e rivoluzionario: se il mare è lo specchio dell’anima dell’uomo, le sue creature -anche mostruose-lo sono allo stesso modo. E come ha detto qualcuno “Non serve pulire lo specchio se è la faccia ad essere storta”. Questi Maestri ci hanno descritto magistralmente questa verità attraverso una lingua elegante e potente e scenari e personaggi fantastici e immaginifici, offrendoci l’occasione di comprenderla sognando, con creatività e senza false morali».

– In altro mare – incontri con le creature degli abissi: metafore di vita e dell’anima umana –
Con In altro mare – incontri con le creature degli abissi il pubblico ha avuto modo di immergersi in acque profonde e dal sapore quasi mitologico, al limite del fantastico, incontrando talvolta creature marine ignote definite “mostruose”. Questa metafora è stata emblematizzata come punto di contatto con gli aspetti più reconditi dell’anima dell’essere umano. Il mare è diventato una distesa immensa di vita, con i suoi abissi ha simboleggiato la profondità di una coscienza umana scandagliata nei suoi aspetti più reconditi, con quelle creature marine tanto mostruose quanto lo sono le essenze umane messe a nudo e colte in una natura terribilmente autentica.

Allora, ha aperto la rassegna In altro mare Rosalba Di Girolamo con un adattamento su Moby Dick, interpretando magistralmente sette voci diverse, dalla ciurma, alla balena bianca, alla follia del protagonista. In questo viaggio in cui la creatura incantatrice attira e trascina, mentre l’uomo si incammina in una caccia ferocemente ossessiva, emerge quella spinta umana verso il desiderio estremo di raggiungere la verità, talvolta nemica, nonché l’irrimediabile follia che disperde l’uomo.

Il secondo giorno, In altro mare ha proposto Ventimila leghe sotto i mari insieme a Imma Villa, voce narrante prorompente e avventurosa. A bordo del Nautilus ci si è messi alla scoperta di una misteriosa creatura accusata di fare affondare le navi al loro passaggio nel suo territorio. Eppure, questa stessa creatura ha di quanto più umano si possa immaginare: in realtà, si tratta dell’anti-eroe Capitano Nemo, un uomo misantropo che ha scelto di rifugiarsi nella profonda libertà degli abissi contro le ipocrisie del mondo terreno.

Infine, il terzo ed ultimo giorno In altro mare si è concluso con Paolo Cresta che ha letto e interpretato con eleganza e ironia in un connubio emozionante Lighea, la sirena di cui ha scritto Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un professore burbero, a tratti scontroso, giorno dopo giorno si affeziona a un giovane giornalista al quale, alla fine, confessa inaspettatamente il suo trascorso amore di una calda estate siciliana per una sirena, creatura mitologica e ammaliatrice. Pertanto, viene narrato di un amore sensuale, fatto di percezioni fisiche e tangibili, un amore che si abbandona e si lascia trasportare da un mare di pulsioni primordiali e, forse proprio per questo, autentiche.