RECENSIONE – Al Teatro San Ferdinando in scena con Oylem Goylem il grandissimo Moni Ovadia.
Nello storico teatro di Eduardo De Filippo quest’opera viene riproposta in occasione del suo trentennale mantenendo la sua rilevanza attuale grazie ai temi molto significativi. Ovadia accompagnato da dei grandissimi musicisti, Michele Gazich (violino), Giovanna Famulari (violoncello), Massimo Marcer (tromba), Gian Pietro Marazza (fisarmonica) e Marian Serban (cymbalon), ci regala uno spettacolo originale focalizzandosi sulla lingua, la musica e la cultura Yiddish.
Il tema centrale è la condizione dell’Ebreo che nel mondo non ha patria ed è in continua ricerca di identità, e così lo spettacolo alternandosi con brani, canti, racconti e aneddoti in differenti lingue, viene presentato con una grande maestria ed ironia.
Lo spettacolo è unico per la dedizione totale alla cultura ebraica, con lo Yiddish come lingua e il Klezmer come musica dominante. Come poi ha dichiarato Moni Ovadia un solo artista ha saputo fargli apprezzare la traduzione di un brano, in napoletano, il nostro Erri De Luca.
In conclusione Ovadia rappresenta come sia possibile amalgamare umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in un’esperienza linguistica internazionale, il tutto condensato in un affascinante spettacolo di centoventi minuti, conclusosi con una dichiarazione d’amore nei confronti della nostra città : “Napoli è la città teatrale più grande del mondo”