NAPOLI – Al Ridotto del Mercadante, dal 29 marzo al 2 aprile, in scena “In nome della madre” di Erri De Luca con Galatea Ranzi. Il racconto laico e poetico della gravidanza di Maria e della nascita di Gesù che commuove e coinvolge credenti e laici.
In nome della madre è la storia, narrata in prima persona, di Miriàm/Maria, una ragazza della Galilea che ha una strana visione nella quale un angelo le annuncia che avrà un figlio e le profetizza per lui un destino di grandezza. Subito dopo, la giovane scopre di essere incinta e, vinta qualche titubanza, decide di avvertire Iosef, il suo promesso sposo. Miriàm/Maria sa perfettamente che rischia di essere lapidata, ma rifiuta ogni menzogna, rivendicando il mistero della sua gravidanza e la sua assoluta buona fede.
Iosef, anche in seguito ad un sogno premonitore, decide che le nozze avranno luogo come previsto, sfidando i benpensanti di Nazaret e le leggi del tempo. Intanto, gli odiati occupanti romani organizzano un censimento e per i giovani sposi si prepara un viaggio lungo e difficile, a pochi giorni dal parto.
Facendo ricorso al linguaggio semplice e terso della poesia, Erri De Luca racconta la gravidanza di Miriàm/Maria e la nascita di Gesù in chiave laica e contemporanea. Il Talmud, oltre un decennio di studi biblici e gli storici romani forniscono allo scrittore dati preziosi che danno alla storia uno sfondo credibile.
«È magistrale – dichiara Galatea Ranzi – il linguaggio che l’autore ci ha fornito, osservando i fatti col coinvolgimento di una testimonianza, mettendo a fuoco dettagli inediti, come ad esempio il rapporto con un Giuseppe uomo mansueto e allo stesso tempo rivoluzionario».
«La mia Miriàm – continua l’attrice – riferisce a sua volta la sua condizione di ragazza di un piccolo villaggio, priva di contatti e affetta da riservatezza e pudore, ma capace anche di una visione critica rispetto alla chiusura del mondo in cui vive, infastidita dalle regole e dal perbenismo di chi la circonda. Il testo mostra l’assoluta ricerca di libertà di lei e di lui. Una prova d’amore».
«La scrittura di Erri De Luca discende dalla sua passione per la cultura ebraica, pur senza appartenenza religiosa, da cultore di un’area spirituale storica e letteraria, ed è stupefacente – sottolinea Galatea Ranzi – la sua confidenza e la sua sottigliezza nel ritrarre i caratteri femminili arcaici, qui un profilo che però senti anche rapportato ai nostri giorni, scandito in quattro stanze. Che dire? Dopo tanti anni sentirsi vergini è bellissimo e terribile, e avverto adesione col personaggio sia nelle frasi acute e tenere, sia nelle osservazioni spiritose e affettuose. È un’affabulazione, meritevole di collocarsi pure in luoghi non teatrali».
Il costume di scena è di Lia Francesca Morandini.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con soc. coop. Ponte tra Culture / AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, con il patrocinio di Regione Marche.
Per informazioni circa l’acquisto del biglietto è possibile contattare il botteghino al numero 081.5513396 | email biglietteria@teatrodinapoli.it