NAPOLI – «Allontanandoci l’uno dall’altro, la pandemia ci costringe a riflettere sul senso della vita e sul senso del teatro». E’ con questa premessa che il nuovo direttore del Teatro Stabile di Napoli, Roberto Andò, motiva e presenta la nuova programmazione per la prossima stagione teatrale 2020/2021. «Non una stagione minore, dunque. Una stagione che vuole tenere ancora più alta la bandiera del teatro pubblico, con spettacoli importanti, e compagnie importanti». Molti gli interventi degli artisti, registi, attori come Mario Martone, Carlo Cercilello, Manuela Mandracchia, Tommaso De Filippo, Giovanni Esposito, Renato Carpentieri, Mimmo Borrelli, Enzo Moscato, Andrea De Rosa, Lino Musella, Tonino Taiuti, Imma Villa, Mariano Rigillo, Mario Gelardi, Maurizio Braucci, Angelo Curti. Presenti a sostegno della programmazione anche operatori e direttori di strutture ed Enti della città come Laura Valente del Museo Madre e Igina Di Napoli di Casa del Contemporaneo. Al fianco del direttore anche il Presidente Filippo Patroni Griffi, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ed il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Vincenzo De Luca, ha sottolineato l’importanza del Teatro pubblico per la crescita e la dignità civile di tutti. Ha ringraziato chi ha guidato fino ad ora il Teatro, che con la direzione di Roberto Andò segna un nuovo impulso con una programmazione di grande qualità. «La mia presenza – ha dichiarato ancora De Luca – è di incoraggiamento al nuovo ciclo di questo importante Teatro che, come sapete, è da noi sostenuto da sempre e con grande impegno»; il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha sottolineato la grandissima qualità del nuovo cartellone, la soddisfazione per l’unità di intenti sulla nomina del direttore Andò e l’importante ruolo che svolge il teatro e la cultura in generale nella società: «Non c’è sviluppo senza cultura».
Numerose le novità. Innanzitutto il generale restyling, non solo nel nome e nel logo (“Teatro di Napoli”), ma anche nella proposta che vede il grande ritorno sui palcoscenici di Mercadante e San Ferdinando (il Ridotto resterà chiuso per incompatibilità con le direttive di messa in sicurezza) di attori e registi che da circa tre lustri non erano in questa programmazione. La più alta missione, in questo particolare momento sarà quella di realizzare, ancor più che in passato, un teatro che si pone come guida sociale. Una particolare attenzione anche ai giovani con un bando rivolto agli under 35, finalizzato a scegliere tre progetti teatrali innovativi, di cui il Teatro assumerà interamente la produzione. Ad aprire la stagione due speciali riscritture della vita, sospesa tra memoria e ricostruzione: al Mercadante lo spettacolo “I manoscritti del diluvio” di Michel Marc Bouchard, con la regia di Carlo Cerciello e al San Ferdinando “Tavola tavola, chiodo chiodo” dedicato all’Eduardo politico, ideato ed interpretato da Lino Musella. Sensazionale il progetto che porterà ad affrontare i versi di uno dei nostri poeti più significativi, Franco Marcoaldi, del quale saranno portati in scena due poemi grazie all’interpretazione di Marco Baliani e Toni Servillo. Impegnativa quanto eloquente la scelta di Andò di dirigere “Piazza degli Eroi” di Thomas Bernhard
Emozionante la consegna della Scuola di teatro, in un abbraccio, a Renato Carpentieri da Mariano Rigillo che con grande passione l’ha diretta in questi anni. Oltre Toni Servillo, tra i grandi ritorni in questa stagione ritroveremo Mario Martone, con un bellissimo testo di Goliarda Sapienza, “Il filo di mezzogiorno”, Emma Dante che proporrà in prima mondiale “Pupo di zucchero” da Giambattista Basile, Silvio Orlando con “La vita davanti a sé” presentato in questa edizione del Napoli Teatro Festival, ed una rinnovata intesa con la Compagnia di Luce Da Filippo. Tra le nuove produzioni: “Occhi gettati” di Enzo Moscato, interessanti regie di Davide Iodice, Andrea De Rosa e Alfonso Postiglione, “La pazza di Chaillot” con Manuela Mandracchia e “Il sorriso di San Giovanni” di Ruggero Cappuccio interpretato da Giovanni Esposito e Claudio Di Palma.
In una stagione in cui sarà probabilmente difficile utilizzare lo spazio del Ridotto, si è immaginata anche una programmazione nella sala del Museo Madre, d’intesa con Laura Valente, con creazioni affidate a personalità eccentriche che lavorano al confine tra le arti, come Mimmo Borrelli, che da quest’anno sarà l’artista residente del Teatro di Napoli, col suo ‘Nzularchia, o come Tonino Taiuti, interprete sublime e audace, qui alla prese col Beckett de L’ultimo nastro di Krapp. Importante anche il filo che lega le ospitalità, di “Ditegli sempre di sì” diretto da Andò, con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi, che rinsalda i rapporti con la Compagnia di Luca De Filippo, “Se questo è un uomo” di Primo Levi, diretto e interpretato da uno dei nostri registi più sensibili, Valter Malosti, “La notte dell’innominato” di Alessandro Manzoni, con Franco Branciaroli e la regia di Daniele Salvo, “Il Misantropo” di Molière, con una compagnia di giovani interpreti, diretti da Fabrizio Falco, “Cita a Ciegas” del drammaturgo argentino Mario Diament con Luca Lazzareschi e Laura Marinoni, e la regia di un’artista della scena come Andrè Ruth Shammah.E arriviamo ai progetti speciali, “A’ freva”, di Mario Gelardi da un testo di Fabio Pisano, ”Dov’è la vittoria” di BEstand, un progetto condiviso con Casa del Contemporaneo e “Arrevuoto”, a cui da quest’anno, a fianco di Maurizio Braucci, si aggiunge Armando Punzo, un regista che con i suoi spettacoli creati con La compagnia della Fortezza di Volterra ha segnato la ricerca teatrale contemporanea, vivificandone il legame con la società.
Il sottotitolo di questa stagione è #lacittàsimuove. Il Presidente Filippo Patroni Griffi ha commentato: «La Cultura respira e il teatro rivive di presenza fisica. Rivive il rapporto attore-spettatore. Rivive la magia e l’unicità dell’apertura del sipario». Nuova aria quindi, non resta che seguire con passione l’andamento di questo rinnovato percorso che riscontra già un’affiatata sinergia nell’equipe organizzativa, tra dirigenti, dipendenti e tecnici.