Articolo inserito nel numero Aprile 2020 di Napoli a Teatro
Cos’è il teatro? Da questa domanda parte il percorso che il Teatro Sannazaro, dopo la chiusura a causa dell’emergenza, sta portando avanti attraverso i canali social. Prendendo spunto dalla riflessione di Grotowski, nelle pagine del suo Per un teatro povero, per cui «possiamo perciò definire il teatro come “ciò che avviene tra l’attore e lo spettatore”», l’iniziativa ha coinvolto diversi artisti che si sono alternati sul palco del teatro in questa stagione. Tra questi Peppe Barra, che racconta “è vita, è tutto ciò che amo fare e spero di farlo tutti i giorni della mia vita”, Enzo Moscato per cui “il teatro non dovrebbe essere bruttezza, volgarità, stupidità, ma gioco ed intelligenza insieme”, Massimo Dapporto che, emozionato, spiega “è la cosa più bella che mi potesse capitare nella vita”, e molti altri.
La raccolta ha coinvolto anche il pubblico del salotto di Chiaia, prima in sala attraverso dei sondaggi (omaggiando le definizioni più originali con un ingresso gratuito), poi con i commenti sulla pagina Facebook che conta più di 24mila follower. E forse è proprio dagli spettatori che arrivano gli spunti più interessanti e suggestivi: “il teatro è vita”, “nutrimento per l’anima”, “l’unica vera forma di spettacolo”, “il cuore che batte emozionato”, sono solo alcune delle definizioni degli utenti.
In un momento di crisi come questo, che colpisce il settore dello spettacolo dal vivo con conseguenze pesantissime, le parole degli artisti e del pubblico del Teatro Sannazaro, dal 2018 centro di produzione riconosciuto da Mibac, restituiscono l’essenza del teatro – in quanto emozione comune, luogo di condivisione reale – ribadendone l’assoluta necessità. Per dirla con Paolo Grassi “il teatro è per tutti”ma, soprattutto, è di tutti: degli artisti noti e di quelli meno conosciuti, dei giovani esordienti, degli autori, dei registi, dei produttori e delle maestranze; è una comunità composta da chi sceglie ogni giorno di raccontare storie attraverso l’arte ed è questo il motivo per cui va, a tutti costi, preservata.
Articolo di Andrea Del Gaudio