NAPOLI – Il rivoluzionario testo catalano “La rondine (La canzone di Marta)”, scritto da Guillem Clua, sarà sul palcoscenico del Piccolo Bellini, con protagonisti Lucia Sardo, indimenticabile interprete di Felicia Impastato nel film “I cento passi”, e Luigi Tabita, attore tra i più interessanti della sua generazione, diretti dal regista Francesco Randazzo. Lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Catania sarà in scena da martedì 12 a domenica 17 marzo (feriali ore 21:15, giovedì ore 19:00, domenica ore 18:30).
“La rondine” è esplicitamente ispirato all’attacco terroristico al Bar Gay Pulse di Orlando, negli Stati Uniti, nel giugno del 2016, nel quale morirono 49 persone per mano di un fanatico musulmano. Riecheggiano, in questa storia, anche le tragedie del Bataclán di Parigi, del lungomare di Nizza, delle Ramblas di Barcellona e tenta di affrontare tematiche quali l’assurdità dell’orrore, le conseguenze dell’odio e le strategie che utilizziamo perché non ci distruggano l’anima.
Protagonisti della storia: Marta, una severa maestra di canto, e Matteo, ragazzo che desidera migliorare la propria tecnica vocale per cantare ad una commemorazione per sua madre, scomparsa di recente. Mano a mano che la lezione procede, i due personaggi disvelano dettagli del loro passato, profondamente segnato da un attentato di terrorismo accaduto in città l’anno precedente, scoprendosi l’uno all’altro. Fino al punto che i loro destini saranno uniti in un canto alla vita condiviso.
L’attrice Lucia Sardo risponde a qualcuna della nostre curiosità.
Cosa può aspettarsi chi assisterà allo spettacolo in questi giorni?
Una grande commozione. E la scoperta che la riconciliazione può esistere anche tra due persone che appaiano diverse.
Viviamo in un mondo complesso. Sempre più spesso il pubblico individua nel teatro un diversivo, un luogo in cui divertirsi ed estraniarsi. Qual è la sua opinione del pubblico di oggi? C’è la speranza che non smetta di cercare spettacoli con contenuto?
Il pubblico cerca qualità, cibo dell’anima di cui nutrirsi, se il cibo è sano il pubblico apprezza e ritorna. Purtroppo negli ultimi anni la qualità si è persa, e voi napoletani che avete avuto grandi maestri lo sapete bene.
Da dieci anni è attiva la sua scuola di recitazione. Qual è il suo consiglio per i giovani che studiano Teatro?
Pane, studio e bellezza…
Ultima domanda che, per la nostra rivista, è di rito. Ci racconta il momento in cui ha capito che sarebbe stata sposata al teatro?
Sposata? Mai! (ride) il teatro è il mio amante da sempre. Per essere un buon artista bisogna essere ipersensibile ed io nel bene e nel male lo sono sempre stata sin da bambina.