Lo scorso 3 novembre è andato in scena in Sala Assoli lo spettacolo “La vita dipinta”, scritto da Igor Esposito. Sul palco e alla regia Tonino Taiuti, figura storica del teatro napoletano, che ha vinto per ben due volte il “Premio Le Maschere del teatro” (2014 e 2017). L’attore e regista ha rappresentato un monologo nel quale ha interpretato un suo alter ego, un pittore un po’ folle che, innamorato dell’arte, sente la necessità di narrarsi al pubblico senza veli e senza compromessi. Durante il suo “viaggio” sul palco, ha incontrato i maestri del surrealismo e del dadaismo, da André Breton a Tristan Tzara, da Andy Warhol a Pablo Picasso, da lui ribattezzato il “nano andaluso”. Tra i protagonisti dei suoi aneddoti: Marcel Duchamp, Lou Reed, Mick Jagger e Jackson Pollock. Il particolare più interessante dello spettacolo è stato l’utilizzo della sua profonda voce, che attraverso i suoni registrati ha permesso al pubblico di vivere davvero i dialoghi interiori del suo personaggio. Taiuti ha immaginato di parlare con i suoi interlocutori in napoletano, francese, inglese e spagnolo, intervallando questi dialoghi con delle canzoni a tratti anche molto ironiche. La rappresentazione è stata un susseguirsi di racconti, battute e veraci espressioni facciali, capaci di intrattenere il pubblico e dare da riflettere nei momenti più intensi dello spettacolo. Notevole da punto di vista emotivo è stata soprattutto la conclusione, durante la quale il performer, dopo aver disegnato con una matita nera una smorfia di tristezza sul volto, ha voluto offrire al pubblico una riflessione sull’artista che ha «bisogno di guardare le stelle tutte le notti perché le stelle illuminano la mente, solo una mente illuminata può amare l’arte». “La vita dipinta”, sold out nelle sue recite in Sala Assoli, è di certo rimasto impresso nell’anima dei partecipanti.