Nato il 19 gennaio 1912 e morto a Napoli il 13 marzo 2003, Roberto Murolo è stato cantautore, chitarrista e attore italiano. Forse non tutti sanno che Roberto era figlio del poeta Ernesto Murolo, figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta; era quindi fratellastro dei grandi attori Eduardo, Peppino e Titina De Filippo.
Roberto Murolo, gli esordi della carriera
Le passioni giovanili di Roberto erano lo sport e il canto. Nel primo ambito si distinse in qualità di tuffatore, vincendo, nel 1937, il Campionato Italiano di Tuffi; è inutile dire che il secondo campo fu quello che lo rese celebre. Iniziò ad esibire le sue doti da musicista, dopo aver studiato chitarra. Tra le sue prime esibizioni pubbliche vi fu un accompagnamento musicale a Vittorio De Sica nel 1933.
Dopo i campionati universitari di nuoto, entrò in una band: ”I Mida Quartet” e da lì a poco cominciò a dedicarsi esclusivamente alla musica. Tornato in Italia, dopo la guerra, intraprese la carriera da solista.
Murolo raccolse un’antologia con tutti i più grandi successi della canzone napoletana. Tra questi, vi sono canzoni che hanno fatto la storia della tradizione partenopea, come “Munasterio ‘e Santa Chiara“, “Tammurriata nera” e “Scalinatella“.
Ben presto intraprese la carriera cinematografica, facendo la sua prima apparizione, nel 1949, in “Catene” di Raffaello Matarazzo. Da lì a poco, fu presente in altri film del regista, anche solo come cantante.
A partire dal 1956, si dedicò allo studio del vasto patrimonio musicale napoletano. Numerose furono le sue collaborazioni: Mia Martini, Paolo Conte, Pino Daniele, Lucio Dalla, Peppino Di Capri, Fabrizio De Andrè, Enzo Gragnaniello, Renzo Arbore ed altri big della musica italiana.
Roberto Murolo partecipò a molti concorsi musicali ed eventi italiani importanti. Fu in concorso al festival di Sanremo, cantò al concertone del 1°maggio 1993 a Roma insieme a Fabrizio De Andrè, e la sua carriera fu onorata da grandi soddisfazioni. Il “Grande Maestro della Canzone Napoletana“, così come è conosciuto da tutti, fu nominato dall’allora presidente della repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, “Grande ufficiale della repubblica“, titolo che gli fu affibbiato per i suoi meriti artistici.