Peppino De Filippo è uno degli attori italiani che ha meglio rappresentato il teatro dialettale napoletano. Figlio di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, Peppino nacque a Napoli il 24 agosto del 1903 e morì a Roma il 27 gennaio del 1980.
Peppino De Filippo, il teatro e la vita
La sua carriera artistica cominciò da giovanissimo insieme alla compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta. “Se professionismo significa guadagnarsi da vivere, ero un attore professionista già a dieci anni“, diceva Peppino.
Ben presto, decise di lasciare la compagnia di famiglia e cominciò a recitare in compagnie minori, come “Molinari“. Con tale compagnia si avvicinò all’interpretazione di testi impegnati come quelli di Matilde Serao. Lasciò Molinari per dedicarsi all’improvvisazione e scritturato da Salvatore De Muto, si dedicò alla farsa.
“Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco. Sono sicuro che il dramma della nostra vita, di solito, si nasconde nel convulso di una risata, provocata da un’azione qualsiasi che a noi è parsa comica. Sono convinto che spesso nelle lacrime di una gioia si celino quelle del dolore. Allora la tragedia nasce e la farsa, la bella farsa, si compie“- Peppino De Filippo.
Qualche anno più tardi, insieme al fratello Eduardo De Filippo, mise su una compagnia dal nome “Teatro Umoristico I De Filippo“. Ma i rapporti col fratello non furono mai sereni, tant’è che durante alcune prove al Teatro Diana, i due litigarono così fortemente che Peppino decise di abbandonare Eduardo e di proseguire la sua carriera da solo.
Scrisse e diresse alcune opere – “Io faccio del teatro, non della letteratura. E dal teatro tengo lontano tutto ciò che può danneggiarlo: i registi, i testi inutilmente intellettuali, gli scandali“- così Peppino esprimeva le sue considerazioni sulla scrittura.
Il 1932 fu l’anno del suo esordio cinematografico con il film “Tre uomini in frack” di Mario Bonnard. Da quel momento la sua vita fu circondata di attori quali Totò e Aldo Fabrizi. Il sodalizio con Totò si compì nel 1952, quando i due recitarono insieme nel film “Totò e le femmine“, diretto da Mario Monicelli. Da quel momento la coppia lavorò insieme in molti film. Nell’ultimo periodo della sua attività artistica, Peppino gestì il Teatro delle Arti a Roma e fu impegnato in numerose tournée all’estero.
A quasi 40 anni dalla sua morte, il ricordo dell’attore è rimasto indelebile nella storia di Napoli diventando, come il caffè, un simbolo della cultura partenopea.
“Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro” – Peppino De Filippo nel film Fantasmi a Roma.