Sono in molti a conoscere la maschera di Scaramouche, ma forse sono pochi coloro che sanno come il personaggio reso famoso dal Teatro prima e del Cinema poi in Francia, abbia origini italiane. E, anzi, ancor più precisamente, quelle napoletane di Scaramuzza.
Il famoso Scaramouche deriva dal napoletano Scaramuzza
Sì perché il capitano fanfarone e vanaglorioso, tutto vestito di nero, proprio secondo l’uniforme degli spagnoli di stanza nel capoluogo campano, nasce all’ombra del Vesuvio con il sopracitato nome di Scaramuzza, assumendo la forma Scaramuccia (toscana) nel Settecento.
La maschera di Scaramuzza, con le sue caratteristiche tipiche accentuate da spada e cappello piumato, era caratterizzata da una maschera generalmente bianca. A renderla celebre fu l’attore Tiberio Fiorilli (Napoli, 9 novembre 1608 – Parigi, 7 dicembre 1694) che, verso il 1640, lo rappresentò in Francia, dove incontrò grande fortuna, sfociata poi nella trasformazione in Scaramouche.
Tiberio Fiorilli fu il più grande interprete di Scaramuzza
Tiberio Fiorilli, o Fiorillo, figlio di un capitano di cavalleria, era direttore della Comédie-Italienne del teatro dell’Hôtel de Bourgogne di Parigi. E fu anche grande amico di Molière.
Oltremanica, al di là del nome, il personaggio modificò anche il suo carattere. Sostituendo la spada con la chitarra, arrivando anche col tempo a eliminare la maschera e assumendo una nuova arguzia, oltre a una psicologia più complessa. Mentre inizialmente era nato per ironizzare e ridicolizzare la figura del soldato spagnolo, ponendolo come vigliacco e pigro. A prenderne spunto fu proprio il giovane Molière. Ma la maschera restò legata all’interpretazione del Fiorilli. Tanto che, malgrado vari attori abbiano tentato di riesumarla, può dirsi scomparsa con lui.
Sebbene non siano pochi i ricordi e gli omaggi ricevuti. Nel cinema quanto nella letteratura. Tanto da diventare protagonista anche di un romanzo sulle sue imprese. E persino di una strofa di “Bohemian rhapsody” dei Queen.